"TESTIMONI DEL NOSTRO TEMPO ECCO PERCHÉ LE AMIAMO"
«L‘auto d´epoca è la vera cultura dell´auto». Mario Carlo Baccaglini (nella foto), veronese, classe 1953, da 29 anni patron della kermesse padovana che richiama ogni ottobre, da tutta Europa, decine di migliaia di appassionati (65 mila nell´edizione dello scorso anno), ama parlar chiaro. E non si tira indietro davanti al problema della crisi.
«Si, è vero - spiega il manager - la crisi colpisce tutto, anche l´auto d´epoca. Ma il settore ne risente in modo diverso perché qui il problema è l´incertezza economica per il futuro che travolge tutti i ceti sociali».
Chi è l´acquirente tipo dell´auto d´epoca?
«Soprattutto una persona che ama la storia e la cultura. Non è una questione di soldi perché la cultura non è dei ricchi. Anzi, bisogna sfatare il luogo comune che vorrebbe solo i ricchi con le auto d´epoca: non è così. Ci sono tantissimi collezionisti che conservano auto economiche per passione. Le auto d´epoca rappresentano la storia e il passato e sono gli oggetti che - meglio di qualunque altro - rappresentano meglio l´evoluzione socio-culturale».
Qual è il prossimo grande appuntamento?
«Direi quello di Monza, dall´uno al tre giugno, dove noi collaboriamo con la Coppa Intereuropa e curiamo la parte mercato di auto d´epoca particolari, l´esposizione di memorabilia, dei pezzi di ricambio. Ma è solo un inizio. Il nostro obiettivo per il prossimo anno è quello di fare dell´evento di Monza una piccola Goodwood italiana, con un concorso di eleganza per macchine da corsa, la possibilità di far provare al pubblico le auto sportive e una vasta esposizione di supercar».
«L‘auto d´epoca è la vera cultura dell´auto». Mario Carlo Baccaglini (nella foto), veronese, classe 1953, da 29 anni patron della kermesse padovana che richiama ogni ottobre, da tutta Europa, decine di migliaia di appassionati (65 mila nell´edizione dello scorso anno), ama parlar chiaro. E non si tira indietro davanti al problema della crisi.
«Si, è vero - spiega il manager - la crisi colpisce tutto, anche l´auto d´epoca. Ma il settore ne risente in modo diverso perché qui il problema è l´incertezza economica per il futuro che travolge tutti i ceti sociali».
Chi è l´acquirente tipo dell´auto d´epoca?
«Soprattutto una persona che ama la storia e la cultura. Non è una questione di soldi perché la cultura non è dei ricchi. Anzi, bisogna sfatare il luogo comune che vorrebbe solo i ricchi con le auto d´epoca: non è così. Ci sono tantissimi collezionisti che conservano auto economiche per passione. Le auto d´epoca rappresentano la storia e il passato e sono gli oggetti che - meglio di qualunque altro - rappresentano meglio l´evoluzione socio-culturale».
Qual è il prossimo grande appuntamento?
«Direi quello di Monza, dall´uno al tre giugno, dove noi collaboriamo con la Coppa Intereuropa e curiamo la parte mercato di auto d´epoca particolari, l´esposizione di memorabilia, dei pezzi di ricambio. Ma è solo un inizio. Il nostro obiettivo per il prossimo anno è quello di fare dell´evento di Monza una piccola Goodwood italiana, con un concorso di eleganza per macchine da corsa, la possibilità di far provare al pubblico le auto sportive e una vasta esposizione di supercar».