Ha appena debuttato in libreria "La Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica" di Monica Mailander Macaluso, Stefano Macaluso, Sergio Remondino e Mitch Payne (252 pagine, 75 euro, Rizzoli editore).
Architetto, sportivo e campione di rally, imprenditore di successo, designer, Gino Macaluso è stato un innovatore dalle molte competenze e dalle adrenaliniche, sorprendenti passioni. A dieci anni dalla scomparsa, un grande volume ne racconta le avventure sportive e professionali attraverso testimonianze, ricordi e immagini che non descrivono solo l’epica della velocità ma illustrano anche i traguardi raggiunti da una mente eclettica e tenace, lungimirante e genialmente attenta al dettaglio. La Fondazione, costituita nel 2018 e intitolata a Gino Macaluso con lo scopo di far conoscere al mondo i principi che hanno ispirato il suo lavoro e la sua collezione di automobili, trasmette al lettore di queste pagine tutto il valore della creatività e dell’operosità italiana nel mondo dell’automobile.
Le fotografie che Mitch Payne ha scattato per questo libro esplorano i dettagli delle auto, vere e proprie “sculture” in movimento nello spazio, secondo la definizione di “Mac”, evidenziando la portata del design nel motorsport. A queste immagini si alternano quelle storiche provenienti, tra gli altri, dagli archivi Actualfoto e McKlein Photography. Il lettore incontra la FIAT Abarth X1/9, la FIAT 124 Spider, la Lancia Delta HF versione Safari, la Stratos e molte altre automobili iconiche della storia dei rally. I testi, le testimonianze di amici, compagni di importanti tratti di vita, della moglie, dei figli, del giornalista Sergio Remondino delineano la biografia di Gino Macaluso: le vittorie ai Campionati di Rally, nell’anno della laurea in architettura presso il Politecnico di Torino, la ideazione di orologi Girard Perregaux legati alle Ferrari e non solo, l’amore per la sua famiglia e il costante e audace impegno nel voler creare collegamenti di segno e di significato tra tutte le cose belle che ha avuto il privilegio di conoscere, o di creare.
Scrive l’amico, giornalista e scrittore, Nick Foulkes: “Gino aveva il senso delle proporzioni di un architetto, la capacità di valutare i rischi di un campione di rally, la sensibilità estetica di un collezionista e la comprensione immediata di teoria e pratica tipica di chi opera nell’industria orologiera”.