Dino 246 GTS (1972)
La Dino fu disegnata alla Pininfarina da Aldo Brovarone e Leonardo Fioravanti, per essere poi assemblata dalla carrozzeria Scaglietti. Fu la prima rossa a essere prodotta in grandi numeri: tra il 1967 e il 1974 ne furono realizzate 3761, sia in versione coupé che in versione “targa”.
Una sorta di «baby Ferrari» e nata come rivale della Porsche 911S, fu accolta con grande favore dal pubblico ed è oggi ritenuta una delle vetture più importanti uscite da Maranello, per l’armonia della sua linea, il piacere di guida e la peculiarità del propulsore. Questo era un 6 cilindri a V di 65° pensato per le corse, al cui sviluppo lavorò il giovane Dino Ferrari. Fu installato anche sulle coeve Fiat Dino e, qualche anno dopo, sulla mattatrice dei rally, la Lancia Stratos.
Ferrari 250 SWB (1962)
Le Ferrari della serie 250, di cui vedete esposta una SWB del ‘59, contribuirono alla fama del Cavallino tra il 1953 e il 1964. Montavano tutte il 12 cilindri 3 litri progettato dall’ingegnere Colombo, abbinato a chassis con due passi diversi: 2400 e 2600 mm. Solo il modello Europa aveva l’interasse allungato a 2800 mm.
Concepite sia come vetture da competizione che come Gran Turismo, si aggiudicarono i massimi trofei a Le Mans, Sebring, Nurburgring, ma anche il Tour de France e la Panamericana. In particolare la 250 SWB fu la prima Ferrari GT equipaggiata con freni a disco e, grazie all’elevata maneggevolezza e alla potenza del motore (da 237 a 276 cavalli), fu l’auto da battere tra il ‘59 e il ’62. Anno in cui passò il testimone alla ancor più temibile 250 GTO. È considerata una delle Ferrari di maggior valore storico.
Ferrari 750 Monza (1955)
La 750 Monza e il suo atipico motore a quattro cilindri progettato da Augusto Lampredi furono una meteora che dominò le competizioni tra il 1952 e il ‘56. L’importanza della vettura si deve anche alla sua linea, al cui disegno collaborò Alfredo Ferrari.
La carrozzeria era realizzata da Scaglietti. Il nuovo propulsore 3 litri, ispirato forse a un analogo “streight four” che Ferrari aveva visto sulle HWM Alta, consentiva di ridurre i consumi in gara rispetto al classico V12. La costruzione era in lega leggera, ed era apprezzato per la coppia notevole. Anche nelle versioni di 2 e 2,5 litri risultò vincente.
La “750” debuttò a Monza conquistando le prime due posizioni, con la coppia Maglioli - Hawthorn.
Ferrari 275 GTB 2\4 (1965 e 1967)
Nelle parole dell’ingegner Forghieri, la 275 GTB sarebbe la più bella Ferrari di tutti i tempi. E molti, nonostante sia difficile esporsi a tal punto, concordano con lui: “per la linea, per la compattezza, e il rapporto sportività bellezza”. Tutto il mondo del Cavallino trova sintesi in questa berlinetta (poi divenuta anche spider GTS) presentata a Parigi nel 1964.
La 275 GTB era pensata per il Gran Turismo e per le competizioni da “gentleman driver”. Fu la prima Ferrari a montare sospensioni a quattro ruote indipendenti, che insieme al pronunciato spoiler posteriore, al nuovo cambio a 5 marce di progettazione Ferrari e all’equilibrio della meccanica “transaxle” le conferivano tenuta e confort eccezionali. La coupé era assemblata da Scaglietti mentre le spider furono costruite direttamente alla Pininfarina.
BJC Formula Junior (1960)
Nata nel 1960 dall’ingegno di tre “appassionati”, la BJC Formula Junior potrebbe essere descritta come una “Cooper” all’italiana: monoposto di filosofia inglese, che spinge al massimo la ricerca telaistica per permettere anche a motori tranquilli di diventare competitivi. I tre creatori sono il mitico ingegner Vittorio Jano, un bravo meccanico milanese di nome Tino Bianchi e lo sportivo Gastone Crepaldi. A vestire lo chassis e gli organi meccanici derivati dalla Fiat 1100 (propulsore) e 600 (cambio), sarà una essenziale carrozzeria di Sergio Scaglietti.
La vettura ha tutti i numeri per avere successo e invece, dopo i primi collaudi, l’unico esemplare viene acquistato dal pittore Roberto Crippa. Con la sua scomparsa, nel 1972, la BJC esce di scena. Vi tornerà negli anni 2000, dopo un restauro.
ERMINI 357 SPORT (1955)
Pasquale Ermini, pilota e industriale, per restare competitivo nella stagione ‘55 commissionò all’Ing. Massimino il progetto di un intero autotelaio, abbandonando gli organi meccanici Fiat, usati fino a quel momento. Ermini si rivolse alla carrozzeria Scaglietti, che realizzò una sinuosa carrozzeria in alluminio, simile a quella che già costruiva per le Ferrari 750 Monza. La vettura venne provvista del motore Ermini a doppia accensione di 1500 cc. In quell’anno il pilota Libero Bindi con la 357 Sport corse la Mille Miglia, il Trofeo Supercortemaggiore, la 500 km di Imola e la Parma Poggio di Berceto. A fine stagione la vettura venne comprata da Giovanni Buoncristiani e Piero Altini che fecero sostituire il motore 1500 cc con il più performante 1100 cc e si iscrissero alla Targa Florio. Nei primi mesi del 56’ la 357, riparata nel frontale, adottò la nuova mascherina che tutt’oggi la contraddistingue, e partecipò a molte altre competizioni fino al 1962.
FERRARI 250 GTL 1963
La 250 GT/L Berlinetta, venne disegnata da Pininfarina ed assemblata a Modena dalla Carrozzeria Scaglietti. Venne presentata, come prototipo, al Salone dell’Automobile di Parigi nell'ottobre 1962 e divenne una delle sportive più ammirate. Poco tempo dopo, al Salone dell’automobile di Torino, arrivò la versione definitiva. Rispetto alla 250 GT Berlinetta SWB o alla California Spider, concepite per il doppio utilizzo di auto da strada e auto da corsa, questo modello era più spazioso e "lussuoso". La 250 "Lusso" nacque infatti come gran turismo di classe superiore, destinata ai clienti europei e a quelli del promettente mercato americano. La carrozzeria era in acciaio, con portiere e cofani in alluminio. Il telaio a traliccio ricordava quello della più sportiva SWB, ma il motore venne posizionato più avanti per favorire l'abitabilità.
FERRARI 612 SCAGLIETTI 2004
La 612 Scaglietti è il risultato di un progetto d’avanguardia che prosegue la tradizione Ferrari nel settore delle 2+2. Il modello, disegnato da Pininfarina, porta il nome di Sergio Scaglietti, carrozziere modenese che realizzò negli anni ’50 e ’60 alcune fra le più belle Ferrari. La 612 Scaglietti sintetizza le capacità di innovazione e di progettazione della Ferrari: il bilanciamento da berlinetta sportiva a motore anteriore e a trazione posteriore, l’esaltante comportamento dinamico, un abitacolo in grado di accogliere quattro persone; dotazioni e comfort per una qualità di vita a bordo senza precedenti.
Mascheroni Ferrari 750 Monza e Ferrari 250 GTO
Il mascherone è una sagoma che viene realizzata per poter riprodurre il profilo dell’oggetto o l’oggetto stesso. Era utilizzato negli anni Cinquanta e Sessanta, alla carrozzeria Scaglietti, per creare il vestito delle famose auto sportive nate a Modena in quegli anni. Oggi come allora il mascherone presenta le dimensioni reali della vettura ed è l’attrezzatura indispensabile per restaurare la carrozzeria di auto da corsa.
Il mascherone della Ferrari 750 Monza e della Ferrari 250 GTO sono due delle attrezzature di pregio del laboratorio Brandoli, tuttora utilizzate per il ripristino di auto da sogno.
Omaggio a Sergio Scaglietti
MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino
Corso Unità d’Italia, 40 - Torino
dal 31 Ottobre 2019 al 19 Gennaio 2020
orari: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso
dal martedì alla domenica 10-19
Ingresso con biglietto museo
Biglietto intero: 12 €
Biglietto ridotto: 10 €
Scuole: 2,50 €
Ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto: 5 €
Gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte.
Per tutte le informazioni:
www.museoauto.it