Enzo Ferrari, ideatore e fondatore della scuderia, pensa di chiamarla “Mutina”, nome latino di Modena, ma il lungimirante Enzo Levi, il notaio incaricato di redigere l’atto costitutivo, suggerisce al neo imprenditore di rinunciare alla lingua antica e di denominarla con il suo nome. In tribunale viene infatti registrata come “Società Anonima Scuderia Ferrari”, con sede in via Trento e Trieste in Modena. È il 29 novembre del 1929: in quella data nasce il mito destinato ad emozionare generazioni di sportivi ed appassionati dei motori.
Inizialmente la neonata azienda non costruisce auto, ma utilizza veicoli prodotti da altre case con lo scopo di gareggiare nelle competizioni. L’operazione è temeraria, ma sostenuta dall’Alfa Romeo, che intravede nella collaborazione ufficiale con la Scuderia Ferrari un momento fondamentale di crescita nelle vendite e di immagine sportiva per il marchio del “Biscione”.
La Casa del Portello fornisce vetture e pezzi di ricambio. La Scuderia Ferrari organizza un efficiente reparto tecnico pronto ad intervenire sulle auto da corsa per renderle più performanti.
Nel 1932 la Scuderia Ferrari si contraddistingue per un nuovo simbolo: tutte le auto portano in bella mostra il Cavallino Rampante nero, donato da Paolina Baracca, madre di Francesco, l’audace pilota dell’aviazione militare italiana caduto nel corso della Grande Guerra.
Il simbolo, che si staglia sul fondo giallo, è posto per la prima volta sul cofano dell’Alfa Romeo 8C 2300 MM nella 24 Ore di Spa e, da lì in avanti, resterà per sempre il segno inconfondibile della Casa automobilistica di Modena.
Enzo Ferrari sa valutare i piloti e riesce nell’intento ambizioso di far correre per la sua Scuderia i driver più titolati. Anche Tazio Nuvolari entra nella sua squadra, realizzando con le auto del “Cavallino rampante” imprese memorabili. Nella storia dell’automobilismo sportivo resterà per sempre incisa la conquista del record di velocità con l’Alfa Bimotore, preparata nell’officina modenese per raggiungere i 336 KM/h. Per la storia e per la leggenda occupa poi pagine indimenticabili la vittoria conseguita nel 1935 sul circuito del Nurburgring in Germania al volante dell’Alfa BP3.
Nel 1937 l’Alfa Romeo impone un cambiamento e la Scuderia Ferrari deve chiudere la sede di Modena. Enzo Ferrari passa per breve tempo a Milano alla direzione dell’Alfa Corse.
Ma le ambizioni di Enzo Ferrari sono altre; si sente costruttore e, prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, realizza due esemplari sportivi da corsa con la sigla Auto Avio 815: è il preludio alla costruzione di sue auto sportive.
Finalmente nel 1947 il conflitto bellico è alle spalle e nel mese di maggio appare una nuova vettura sportiva con il nome Ferrari 125 S: è l’inizio di un mito senza eguali.
Questa esposizione, attraverso immagini di grande valore storico, vuole omaggiare un uomo temerario, che ha avuto l’intuito di realizzare delle vetture da sogno, il cui marchio è il brand più conosciuto nel mondo.