C'è il bello del viaggio, della scoperta di posti "nascosti" e sorprendenti, dell'avventura e della sfida. Ci sono i motori, ovviamente, con le loro storie, e c'è il bello dell'accoglienza e dell'ospitalità "all'italiana", che ad ogni tappa colpisce e seduce anche con i sapori unici e le tipicità proposte. C'è lo spirito amichevole e goliardo dei centauri, c'è l'incontro e lo scambio tra lingue e culture diverse, ci sono tante nuove amicizie che nascono, altre che si rinsaldano ad ogni maratona e, tra una curva e l'altra delle strade panoramiche che uniscono il Capoluogo lombardo e la "Città dei due mari", anche qualche storia d'amore è venuta alle luce.
Se c'è insomma una competizione in cui il bello non è vincere, ma partecipare, si tratta proprio della Mita.
Dei vincitori, comunque, ci sono anche per questa edizione della maratona per moto d'epoca: le classifiche possono essere consultate sul sito www.milanotaranto.com.
Ma a sentire di aver vinto sono un po' tutti quelli che hanno tagliato il traguardo di Taranto, nel pomeriggio dell'8 luglio.
Di certo si è sentita vincitrice nonna Silvana Visentin che, a 85 anni, ancora percorre l'Italia su due ruote, così come sua nipote, Silvia Cavazzini, la più giovane del gruppo.
Tra i vincitori non si può non includere il patron Franco Sabatini: lui più di tutti ha vinto, in particolare ha vinto la scommessa di far funzionare, da ben 31 edizioni, la rievocazione della storica Milano-Taranto (1919 - 1956).
208 concorrenti provenienti da 14 Paesi diversi, 1.700 chilometri percorsi, 28 fermate che hanno interessato sette regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Molise, Basilicata e Puglia): questi i numeri della Mita 2017 che, anche quest'anno, ha potuto contare su Eicma come partner istituzionale.
Nell’album dei ricordi della sei-giorni (2-8 luglio), sicuramente un posto importante è occupato dalla visita al Museo Piaggio, a Pontedera. Grande emozione c'è stata alla partenza, come da tradizione a mezzanotte, dall’Idroscalo di Milano, e all’arrivo: sul Lungomare Virgilio di Taranto la commozione è inevitabile anche per i centauri più “duri”.
Pisa, Principina Terra, Fiuggi, San Giovanni Rotondo, Bari: queste le città degli arrivi di tappa, dove i “Tarantini” - così vengono storicamente chiamati i concorrenti - hanno trascorso la notte, dopo una giornata in sella. In mezzo c'è stato di tutto: il mare e la montagna, le valli e le colline, i boschi e le distese di grano e poi le fermate, con accoglienze tutte entusiaste, calorose e soprattutto gustosissime, grazie all’impegno di enti e associazioni locali - straordinarie sono state ad esempio quelle di Castellana Grotte, Bitonto, Minervino Murge, Oppido Lucano, Gallese e Sessano del Molise (rigorosamente in ordine di gradimento).
Se c'è insomma una competizione in cui il bello non è vincere, ma partecipare, si tratta proprio della Mita.
Dei vincitori, comunque, ci sono anche per questa edizione della maratona per moto d'epoca: le classifiche possono essere consultate sul sito www.milanotaranto.com.
Ma a sentire di aver vinto sono un po' tutti quelli che hanno tagliato il traguardo di Taranto, nel pomeriggio dell'8 luglio.
Di certo si è sentita vincitrice nonna Silvana Visentin che, a 85 anni, ancora percorre l'Italia su due ruote, così come sua nipote, Silvia Cavazzini, la più giovane del gruppo.
Tra i vincitori non si può non includere il patron Franco Sabatini: lui più di tutti ha vinto, in particolare ha vinto la scommessa di far funzionare, da ben 31 edizioni, la rievocazione della storica Milano-Taranto (1919 - 1956).
208 concorrenti provenienti da 14 Paesi diversi, 1.700 chilometri percorsi, 28 fermate che hanno interessato sette regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Molise, Basilicata e Puglia): questi i numeri della Mita 2017 che, anche quest'anno, ha potuto contare su Eicma come partner istituzionale.
Nell’album dei ricordi della sei-giorni (2-8 luglio), sicuramente un posto importante è occupato dalla visita al Museo Piaggio, a Pontedera. Grande emozione c'è stata alla partenza, come da tradizione a mezzanotte, dall’Idroscalo di Milano, e all’arrivo: sul Lungomare Virgilio di Taranto la commozione è inevitabile anche per i centauri più “duri”.
Pisa, Principina Terra, Fiuggi, San Giovanni Rotondo, Bari: queste le città degli arrivi di tappa, dove i “Tarantini” - così vengono storicamente chiamati i concorrenti - hanno trascorso la notte, dopo una giornata in sella. In mezzo c'è stato di tutto: il mare e la montagna, le valli e le colline, i boschi e le distese di grano e poi le fermate, con accoglienze tutte entusiaste, calorose e soprattutto gustosissime, grazie all’impegno di enti e associazioni locali - straordinarie sono state ad esempio quelle di Castellana Grotte, Bitonto, Minervino Murge, Oppido Lucano, Gallese e Sessano del Molise (rigorosamente in ordine di gradimento).