La Castell'Arquato - Vernasca nasce nel 1953 quando l'Aci Piacenza decide di assegnare il titolo provinciale di velocità a chi avesse ottenuto il miglior punteggio in due gare da disputarsi in provincia. Una, era la Bobbio - Penice, nota corsa in salita in auge dal 1929 e che vide vincitore anche Enzo Ferrari; l'altra, viene individuata in un'altra corsa in salita con partenza da Castell'Arquato ed arrivo a Vernasca con l'attraversamento di Lugagnano. Doveva essere un esperimento e nessuno poteva immaginare che nel giro di poche edizioni, la corsa avrebbe richiamato tantissimi spettatori e i migliori specialisti delle competizioni in salita. Alla prima edizione si presentano in 33, compreso il pilota ufficiale dell'Alfa Romeo Consalvo Sanesi, invitato per l'occasione con la sua 3000 CM. Sanesi sale alla media sbalorditiva di 103 km.orari e sui rettifili da Castello a Lugagnano vola a 160 all'ora. La gara disputata con la formula dell'indice di prestazione vede la vittoria del parmense Giovanni Corazza su Fiat 1100 E.
Nell'anno successivo il numero dei concorrenti iscritti è già salito a 69. Pur essendo il 14 giugno, la manifestazione incappa in una giornata avversata dal maltempo che tra pioggia, nebbia e vento rende davvero la vita difficile ai partecipanti. Il dato positivo è che si torna alla formula del miglior tempo senza compensazioni. Vince insomma chi va più veloce. Il primo posto è del cremonese Vincenzo Auricchio su Fiat 8V. Per i piacentini vittorie di classe per Rabuffi sulla 1100 TV e Fiorani su Lancia Aurelia B20. L'ingegnere piacentino Nicola Cantù ottiene il terzo posto assoluto con l'Alfa Romeo.
La successiva edizione datata 1955 porta i concorrenti a 80 e gli spettatori disseminati sul percorso a cinquemila. Il vincitore è un milanese di nobili origini, Carlo Leto di Priolo che con la suaPorsche 1500 alla media di 97 km.orari si impone sui fratelli Dore e Marco entrambi a bordo di due Fiat 8V carrozzate Zagato. Tra i vincitori di categoria, da rilevare, Giovanni Corazza e Vincenzo Auriccchio, vale a dire gli uomini che nelle edizioni precedenti avevano centrato l'assoluto.
Diecimila persone e 100 iscritti fanno da cornice all'edizione 1956. L'assoluto come nell'anno precedente è una questione di famiglia con al primo e secondo posto i fratelli parmensi Fernando ePiero Pagliarini, al terzo, il medico piacentino Arrigo Maccarini. Tutti su Maserati.
Tra gli altri piacentini vanno ricordati Giorgio Corvi, Mario Omati ed Enzo Bertuzzi. Nell'elenco degli iscritti, al volante di una Fiat 1100 TV, anche un nome che sul momento è sconosciuto ma che negli anni a venire diventerà famoso con la Ferrari prima di morire tragicamente nel gran premio di Monaco a Montecarlo. Il suo nome è Lorenzo Bandini, pilota ventunenne che ha scelto la Castell'Arquato - Vernasca come corsa per il debutto.
Nel 1957 la gara non si disputa sull'onda emotiva del grave incidente della Mille Miglia che blocca i permessi a più di una manifestazione automobilistica. Si riprende nel 1958 e Ferdinando Pagliarini vince di nuovo con la sua Maserati a 101 Km.orari di media. Altri nomi che diventeranno illustri presenziano a questa edizione: Giancarlo Baghetti che poi passerà in formula uno con la Ferrari ed un giovanissimo Mario Poltronieri che farà esperienza nelle corse prima di diventarne commentatore televisivo.
Passa un anno ma il tempo sembra essersi fermato. Nell'edizione 1959 vince ancora Pagliarini che batte i suoi record personali concedendosi il lusso di cambiare macchina. Stavolta trionfa con la Ferrari berlinetta 250, vettura cui rimarrà fedele in diverse competizioni. Migliora anche la tecnologia delle vetture perchè moltissimi record delle varie categorie vengono superati in questa edizione.
Nel 1960 ci sono novità tecniche di rilievo: debuttano alla Castell'Arquato - Vernasca le monoposto di formula junior. Nate come formula promozionale e addestrativa, queste vetture di soli 1000 cm. cubi di cilindrata, grazie al peso ridotto si dimostrano assai competitive. E' su questi mezzi che nascono grandi piloti come Clark, Graham Hill, McLaren, Bandini, Baghetti e Geki Russo.
Ed è proprio una Stanguellini junior a motore anteriore, a sovvertire i pronostici e a fare man bassa sul tragurdo di Vernasca. Vince il genovese Dalmazio Calvi che precede Geki Russo anche lui su Stanguellini.
Cast di grandi piloti per l'edizione 1961 a partire dal campione italiano in carica Odoardo Govoni su Maserati tipo 61 2000 a 4 cilindri meglio nota come "Birdcage" o gabbia d'uccello. Il nominativo deriva dalla struttura del telaio composta da oltre 200 sottili tubicini che fanno sembrare la vettura appunto una gabbietta per..canarini. Tra gli altri intenzionati alla vittoria assoluta,Ferdinando Pagliarini su Ferrari 250 SW berlinetta e Ludovico Scarfiotti su Osca 1600. Scarfiotti è un altro di quei conduttori che di lì a poco diventerà pilota ufficiale Ferrari conquistando due campionati europei della Montagna sino ad arrivare in formula uno, passando attraverso vittorie a Sebring e Le Mans. Morirà nel 1968 al volante di una Porsche in una gara in salita.
La corsa, serratissima e racchiusa in una manciata di secondi vede il successo di Govoni che precede Pagliarini e Scarfiotti.
Tormentata dal maltempo l'edizione 1962. Nebbia e pioggia unitamente ad alcune uscite di strada penalizzano i concorrenti. Cesare Marchesi, ad esempio va a sbattere contro il portone della casa all'uscita dell'ultima curva prima del traguardo, distruggendo la sua Giulietta Sz. Il primo posto assoluto è di Pagliarini al volante della Ferrari Swb. Da rilevare la presenza in gara di un ancora sconosciuto Andrea De Adamich su Triumph Tr3.
Vittorio Venturi a sorpresa con la piccola Abarth sport vince l'edizione del 1963. A farne le spese in primo luogo è Pagliarini che alla curva della Fornace esce di strada, e in seconda battuta è Colombo, che su di una Ferrari 250 Gto non riesce a rispondere adeguatamente arrivando solo terzo preceduto da Nember a bordo di una Lotus formula junior.
Stop all'edizione 1964 fermata dalle frane che imperversano sul percorso. Si riprende l'undici maggio 1965 con la vittoria di Nember al volante di una Ferrari 250 Gto. Al secondo posto il vicentino Noris al volante di una Porsche 904. Tra i piacentini vittoria di classe per Roberto Bertuzzi su Simca Abarth che poi nel prosieguo della stagione conquisterà il titolo italiano di categoria. Fanno la loro apparizione nella classe 1600 le temibili Alfa TZ1 che poi lasceranno il posto alle altrettante temibili Alfa Gta. La formula tre, intanto ha preso il posto della vecchia formula junior.
Cento concorrenti per l'edizione 1966 vinta da Ildefonso Torriani su Alfa TZ1 che precede Caffi e Tondelli a bordo delle Abarth. Vanno molto bene anche le Fulvia Hf, mentre le formula 3 non riescono ad inserirsi nella lotta per il primo posto.
L'edizione 1967 porta la firma del piacentino Bertuzzi. Aveva appeso il casco al chiodo dopo il titolo italiano del 1965 ma non resiste al richiamo della corsa di casa. Va a Torino a bussare alla porta di Carlo Abarth e ne ritorna con una fiammante OT 2000 deciso a cogliere il primo posto assoluto. Ventimila persone sono accalcate lungo il percorso, la collina che porta a Vernasca è stracolma e Bertuzzi non delude la folla piacentina. Trionfa alla media di 114 chilometri all'ora e nulla possono Angelo Caffi su Simca Abarth o Lopfusc e De Leonibussulle potenti Alfa Romeo TZ2. E'un trionfo.
Ancora i migliori specialisti per l'edizione 1968. Lualdi dispone di Ferrari Dino 206S, Noris e Zanini di una Porsche Carrera 906 da 210 cavalli che viaggia a 280 Km.orari. Vince Noris che stacca Lualdi vittima di un testa coda provocato da una leggera pioggia che comincia a cadere quando le macchine più potenti attaccano i primi tornanti della Vernasca. Il pubblico è ancora stimato intorno alle ventimila unità.
Nel 1969 Lualdi sconfitto l'anno precedente per cinque secondi si prende la rivincita. Al volante di una Ferrari 212 vola sui rettilinei e sui tornanti con il destino che contemporanemente recita la sua parte penalizzando la Porsche di Noris fermo con il motore in fiamme sui primi tornanti.
Salta l'edizione 1970, si svolge invece quella del 1971. Ancora Lualdi e Noris in lotta per la supremazia. Per il momento il punteggio è di una vittoria a testa. Noris si presenta con una Porsche 908 seconda serie, detta a sogliola per la forma curiosa della carrozzeria; Lualdi risponde con una Ferrari 212E con motore 12 cilindri boxer. Il terzo incomodo è Tondelli con una Chevron B19 che aspetta che i due litiganti si sbranino. E in effetti accade che in prova Lualdi rompa una sospensione senza possibilità di poterla riparare. Il duello, il giorno dopo, è tra Tondelli e Noris, ma Tondelli a cinque metri dal traguardo si va a schiantare contro la chiesa di Vernasca. Noris comunque sale con grande perizia staccando il tempo impressionante di 4'e 39" aggiudicandosi la gara.
Ultima edizione datata 1972. Tutto il fine settimana è avversato dal maltempo che concede un po' di tregua alla domenica solo ai concorrenti delle classi minori. Quando partono le vetture più potenti si scatena un nubifragio che costringe le vetture a salire a passo d'uomo. Nonostante ciò, Lualdi, all'entrata di Lugagnano sbaglia l'impostazione del curvone, sbanda e termina la corsa presso l'entrata del ristorante Perugino. Alcuni spettatori rimangono contusi colpiti da alcune parti della vetture, Lualdi si frattura le gambe e la spalla. La corsa viene sospesa. Al primo posto si classifica Matteo Cormio con l'Alfa GTV che salendo ancora senza l'assillo della pioggia ottiene il miglior tempo. Ma è la fine della Castell'Arquato - Vernasca: l'infelice conclusione della manifestazione con il tratto da Castell'Arquato a Lugagnano ormai divenuto troppo veloce e pericoloso, rompe un incantesimo durato un ventennio.