Grande successo dell'Alfasud Club Italia al salone di Padova


Un altro grande successo per l'Alfasud Club Italia, dopo il raduno Dolomitico da record del Giugno scorso, stavolta a tributarcelo e' stata la schiera di appassionati che si sono soffermati, incuriositi e/o affascinati, subissando di domande, curiosita', richieste, ecc... I soci che hanno animato lo stand ad Auto e Moto d'Epoca 2014.
Gadget andati a ruba e un'infinita' di complimenti ed attestazioni di stima sono a certificare tale successo, cosi' come le parole di alcuni dei soci, animatori dello stand o che sono passati a "conoscere" il club.

Flaminio Massetti (Pordenone):
"Stando col pubblico, popolato da curiosi o da ex possessori del modello, in realta' non si hanno aneddoti da raccontare, ma e' facile rimanere sorpresi da alcune espressioni, rapite da lontano, come:

"Questa ha il motore della Porsche, quello a sogliola"
"Ricordo che mio padre acquisto' una di queste auto nella primavera del 1971 (!?)"
"Quando mio padre la compro' ricordo che mi divertivo a far suonare il clacson spingendo sulla levetta delle frecce"
"le ultime arrugginivano piu' delle prime"
"non frenava quando pioveva"
"la familiare era utilizzata dai contadini nei campi"
"E' la prima volta che vedo l'Alfasud Station"

Si e' altresi' colpiti da alcuni giovani che si fermavano davanti all'alfasud "del padre", rivivendo un appannato ricordo della propria infanzia o trovando il legame affettivo famigliare.
Una ragazza di vent'anni ha addirittura acquistato il poster dell'alfasud (il primo segnale pubblicitario cartaceo del modello) per regalarlo al padre, rimanendo affascinata da quanto le ho raccontato circa la storia ed il contesto socio-politico dell'Italia del tempo.

Sicuramente l'Alfasud e' interessante come modello perche' si presta a raccontare l'Italia degli anni 70.
Forse e' l'unica auto che ci permette di evidenziare l'ossimoro di un paese dove "genio" e "disorganizzazione" imperano.
Attraverso L'Alfasud non si parla solo di meccanica e soluzioni tecniche: si novella su di un frammento della storia del paese: quello della questione meridionale (Alfasud, fabbrica statale in meridione, dimenticando due fattori importanti, nasceva sulle fondamenta dell'Alfa Romeo AVIO e che ALFA Romeo è intrinsecamente legata al territorio di Pomigliano d'Arco infatti pochi ricordano Nicola Romeo come uno dei più grandi Imprenditori Italiani), della ricerca della liberta' sessuale (schienali anteriori al pari del sedile posteriore come sulla Giulia), quello della crisi petrolifera (consumi ridotti), quello della lotta sindacale (scioperi), quello di un sud con una forte vocazione contadina anziche' propriamente industriale (estati in cui l'azienda si spopolava di lavoratori che si riversavano nelle campagne per la raccolta dei pomodori), quello dell'Italia della corruzione (costruzione, stranamente costata meno del preventivato, CASO UNICO IN ITALIA, ma con una gestione delle assunzioni nel nuovo stabilimento industriale a dir poco "politica", i muratori costruttori della fabbrica convertiti in operai e buona parte delle maestranze assunte tramite "politico locale").
L'Alfasud in definitiva e' lo specchio dell'Italia, nel suo lato originale, affascinate, costantemente depressa ....
Si può dire un concentrato del meglio e del peggio d'Italia."


Aggiunge poi il Vicepresidente e maggiore collezionista di Alfasud in Italia (sue la Ponza 540 e la Giardinetta presenti allo stand) Matteo Bartolini (Bologna):
"Con gli appassionati che si soffermano allo stand bisognava evidenziare maggiormente le ottime doti tecniche che la rendevano un'auto all'avanguardia ai suoi tempi.
Fondamentale ricordare che TopGear l'ha definita "l'auto degli anni 70"!!
Basti pensare a: struttura differenziata della carrozzeria, motore boxer, 4 freni a disco con doppio circuito, grande riserva di potenza, volante regolabile, piantone volante collassabile programmato, batteria e serbatoio in posizione di sicurezza, motore che, in caso di urto non entra nell'abitacolo, piccola fuori ma grandissima dentro, grande bagagliaio, design di G. Giugiaro ecc....(mi sono sicuramente dimenticato qualcosa) spiegare tutto questo a chi ha nella mente che l'Alfasud e' una "lemon car" vittima predestinata della ruggine non è impresa da poco."

Conferma poi uno dei soci fondatori Marco Bianco(Pisa):
"Non c'è mai stato un secondo libero, sempre a parlare per rispondere alle domande ed alle curiosità della miriade di persone che si sono soffermate allo stand, ma anche per spiegare e confutare tante leggende metropolitane legate all'auto Alfasud.
Alcuni, che non conoscevano l'Alfasud Giardinetta, chiedevano se fosse un prototipo di una nuova Alfa Romeo (!?), altri chiedevano delle differenze d'allestimento e di epoca delle vetture in mostra, i più adulti a ricordare le auto viste o possedute dai genitori, ecc...
Gadget (non gratuiti) scomparsi in breve tempo, un buon numero di nuovi soci, (che ci fanno avvicinare oramai ai 40 NDR), molti, moltissimi giovani e bambini affascinati dalla linea di un'auto che e' pur sempre un capolavoro dell'industria italiana a tutto tondo.
 Un'esperienza bellissima e sicuramente da ripetere, peccato solo lo scarso interesse dalle riviste di settore che, escluso rarissime eccezioni, non si son degnate neanche di avvicinarsi al nostro stand e prendere contatto con noi."

Eugenio Avitabile(Avellino):
"Sono socio dell'Alfasud Club Italia ed ho avuto modo di visitare lo stand allestito alla Fiera di Padova.
Credo che sia stata un'esperienza importante soprattutto per un Club che ha tesserati sparsi per l'Italia intera.
Importate e' stato anche proporre alla folta schiera di visitatori "l'automobile Alfasud" confutare le leggende e affermare le verita' ad essa legate.
Personalmente mi sono sentito a casa, conoscendo altri appassionati come me.
Credo sia un'esperienza da ripetere.
Grazie e complimenti ancora."