Concorso d’Eleganza “Castello di Miramare” che spettacolo


Il Concorso d’Eleganza Castello di Miramare si basa su un concetto affascinante ma audace: stabilire quale sia l’auto più bella del mondo tra quelle costruite tra la fine degli Anni’20 e l’inizio degli Anni ’70. La “finalissima” del 2014 riporterà a Trieste le migliori auto che hanno sfilato negli anni precedenti, dunque il Concorso dello scorso 11/12 maggio è stata l’ultima occasione per completare la selezione con auto rare e attraenti. Più attenta che mai quindi la ricerca degli organizzatori della A.A.V.S. che, per lasciare la più ampia libertà alla giuria, da sempre adottano la formula “a inviti, senza tassa di iscrizione”.

Il pubblico che, sabato 11 maggio (fino a notte), ha ammirato le auto schierate nella suggestiva Piazza dell’Unità o sulla terrazza del Castello di Miramare la mattina dopo (sempre con accesso libero), ha trovato dei veri “pezzi unici”. Come una Bugatti T46, famosa anche come “Petite Royale”, appartenuta negli Anni ‘30 ad una principessa russa, naturalmente in esilio. Ha un motore a 8 cilindri in linea di 5359 cc, da 140 cavalli. Altra assoluta rarità, la Rolls Royce Phantom II carrozzata da Pinin Farina nel 1936 in un solo esemplare. L’auto, appartenuta ad un nobile napoletano residente a Budapest, è un esempio della capacità del grande Carrozziere torinese di rivestire in modo armonico e “leggero” un autotelaio di particolare imponenza.
Di notevole impatto anche l’Isotta Fraschini 8, carrozzata “torpedo sport” da Castagna nel 1923, ritrovata a Lima, nel Perù, e portata all’antico splendore dopo un restauro durato 10 anni. Nel 2010 è stata esposta per sei mesi all’ingresso del padiglione italiano all’Expo di Shanghai per rappresentare l’eccellenza di casa nostra, mentre nei due anni successivi ha trionfato nei Concorsi d’Eleganza del Kuwait e di Montecarlo. Altrettanto sensazionale, una Ferrari 250 Berlinetta “passo corto” del 1961, anno in cui partecipò alla 24 Ore di Le Mans. Questo capolavoro di Pininfarina è d’altronde celebre sia per i successi agonistici che per la linea che abbina proporzioni perfette all’emozione che suscitano le altissime prestazioni.
Per riscoprire le auto da corsa che un tempo sfidavano nell’estetica i modelli tradizionali, non è mancato un gruppo di vetture particolari, tra cui l’Alfa Romeo 8C “1935”, vittoriosa con Nuvolari al GP di Budapest del ’36. O una Lancia Stratos “originale Casa” e nei colori Alitalia, guidata nei rallies dagli assi Munari e Röhrl.