E il prototipo Alfa incanta l'Expo



“La macchina del tempo – Museo storico Alfa Romeo” è protagonista a Expo 2015. Una delle vetture della collezione storica, l’Alfa Romeo SE048SP, è infatti esposta a Pianeta Lombardia, spazio istituzionale nel cuore del sito Expo, all’incrocio tra cardo e decumano, che la Regione Lombardia ha messo a disposizione per la promuovere la riapertura del Museo.

Distante pochi chilometri da Expo 2015, il Museo si presenterà ai visitatori dell’Esposizione Universale con una speciale promozione valida fino al 31 ottobre: l’ingresso a prezzo ridotto, al costo di 8 € anziché 12 €, presentando il biglietto di Expo 2015.

“La macchina del tempo” illustra la centenaria storia del brand Alfa Romeo attraverso i modelli, i personaggi e le vittorie che maggiormente hanno segnato non solo l’evoluzione del Marchio, ma la storia stessa dell’automobile. Dalla 24 HP del 1910 alla leggendaria vincitrice delle Mille Miglia con Tazio Nuvolari fino all’Alfetta 159 Campione del mondo di Formula 1 con Juan Manuel Fangio, fino alle vetture più recenti. Aperto tutti i giorni ad eccezione del martedì (per orari e info www.museoalfaromeo.com), il Museo è il cuore di un vero e proprio “brand center” Alfa Romeo dotato di bookshop, ristorante, pista prove, archivio storico e - in un legame tra passato, presente e futuro - show room dove ammirare e acquistare i modelli attualmente in commercio.

Ad Expo 2015 è presente l'Alfa Romeo SE048SP, vettura da competizione realizzata alla fine degli anni Ottanta per prendere parte al Campionato del Mondo Sport Prototipi, in categoria Gruppo C e equipaggiata dal motore Alfa Romeo V1035, sviluppato in quel periodo anche per la F1 e l’effimera quanto affascinante 164 ProCar.

Il contesto è quello degli anni Ottanta, con Fiat intenzionata a rientrare nelle competizioni - rally, Formula Indy e mondiale Sport Prototipi – e la FIA che, cercando un’alternativa alla F1, guardava con grande interesse proprio ai Prototipi. L’intenzione era realizzare una nuova Gruppo C (programma Alfa Romeo SP) attraverso una collaborazione Alfa Romeo-Abarth, con i due team che si sarebbero occupati rispettivamente dello sviluppo del motore e della progettazione del telaio e della trasmissione. Il propulsore, progettato da Pino D’Agostino, era un inedito V10 a 72° e 3500 cc, con cinque valvole per cilindro, in grado di erogare 620 CV a 13300 giri/min con una coppia di 39 kgm a 9500 giri/min. La progettazione del telaio venne affidata a Giuseppe Petrotta e Ignazio Lunetta, l’aerodinamica a Giorgio Camaschella. La soluzione scelta fu un allora modernissimo telaio monoscocca in fibra di carbonio realizzato da Monfrini, con trasmissione a trazione posteriore. Molto accurato fu lo studio aerodinamico, effettuato dapprima con modelli in scala nella galleria del vento, quindi con un modello in materiale plastico alla galleria del Centro Ricerche Fiat di Orbassano. Il fondo era stato realizzato in unico pezzo per evitare giunture e disponeva di quattro canali per l’effetto suolo. I dati raccolti matematicamente e dalle prove in galleria del vento dimostravano ampi margini di sviluppo del progetto con prestazioni, in termini di efficienza aerodinamica, nettamente superiori a quelle delle monoposto F1.

In un secondo tempo, allo scopo di “fare sinergia” all’interno del Gruppo Fiat, si optò per lo sviluppo di un solo motore 3.5 litri e la scelta cadde sul V12 Ferrari di F1, che venne adattato al nascente regolamento Gruppo C, mentre la monoscocca venne modificata per accogliere il nuovo propulsore: la vettura è oggi esposta con questa configurazione.

Nel settembre 1990 il programma venne definitivamente sospeso, in seguito alla decisione FIA di rinunciare all’investimento Sport Prototipi.

L’unico prototipo realizzato, con diversi organi meccanici ancora allo stadio di manichino, fa parte della collezione storica Alfa Romeo, così come il motore V10 che avrebbe dovuto equipaggiarlo.